domenica 2 ottobre 2011

diversamente mamma

Quando abbiamo deciso che sarebbe stata Eva quella che avrebbe affrontato la gravidanza e il parto mi sono sentita sollevata. Non mi sentivo pronta per affrontare i cambiamenti del mio corpo ed il dolore del travaglio, Eva invece non vedeva l'ora di essere mamma a tutti gli effetti. Certo, anche io volevo essere mamma e pensavo che sarebbe stato ancora piu' facile essendo due donne, io avrei aiutato Eva nelle faccende domestiche, avrei cucinato pranzetti e cene per la mia famiglia ma la realta' poi e' stata ben diversa.
Quando nasce un figlio la tua vita, i tuoi pensieri, i tuoi desideri passano in secondo piano e tutti i programmi fatti in precedenza volano fuori dalla finestra.

Ma andiamo per ordine, quando e' arrivata Isabella la gioia e' stata infinita, ho scoperto un calore dentro di me mai provato prima, un amore incondizionale per questa creaturina indifesa che si trovava fra mie braccia ed una responsabilita' immane di prendermi cura di lei finche' ne avesse avuto bisogno.

Sono dovuta rientrare al lavoro dopo 2 settimane, una di "parental leave" e l'altra di ferie. E' stata durissima. Improvvisamente mi sentivo privata della mia responsabilita' quotidiana e sentivo che stavo perdendo tutti quei piccoli cambiamenti che un figlio ti mostra giorno dopo giorno.

Certo ci si abitua a tutto e devo dire che Eva mi teneva al corrente di tutto cio' che facevano nelle ore in cui io non c'ero.

Mentre i mesi passavano si affacciavano altre sfide per me, madre non biologica ma non per questo meno madre.
Isabella si abituo' a fare tutto solo ed esclusivamente con Eva. Mangiare, dormire, interagire. Io quasi non esistevo piu' per nessuna delle due e devo ammettere che e' stata dura. L'essere lontana da casa non ha aiutato e la solitudine si e' fatta sentire. Il mio cuore mi diceva di avre pazienza e che e' naturale che si crei questo legame forte fra madre e figlio ma dentro soffrivo molto. Non so come un padre, un uomo viva questi cambiamenti e questa esclusione, forse per tradizione ci sono piu' abituati, ne approfittano per uscire con gli amici o guardare le partite, so che sto generalizzando, spero di non offendere nessun padre perche' credetemi so benissimo come ci si sente.

Insomma io non ero padre ma neanche mi sentivo madre al cento per cento. Ho deciso di raccontarlo per ammettere a me stessa prima di tutto che non e' stato facile e poi per chi mi legge perche' e magari ha intenzione di avere un figlio di modo che non si trovi impreparato come lo sono stata io, ci sono tante, troppe cose che non ti dicono, spiegano anticipano.

Ora va molto meglio. Isabella ha dieci mesi ed e' in grado di capire che anche io faccio parte della sua vita, Eva puo' uscire per tutto il pomeriggio e noi si sta bene, si gioca, si mangia e si dorme senza tragedie. E' stato solo un periodo, forse io volevo tutto e subito, sono impaziente per natura.

Abbiamo trovato un equilibrio. Non so quanto durera', sono sicura che ci saranno altre sfide. Spero di essere pronta ad affrontarle.