mercoledì 25 maggio 2011

Perché siamo favorevoli al matrimonio tra cattolici

pubblicato da Libertà di stampa il giorno giovedì 19 maggio 2011 alle ore 13.41

Siamo completamente favorevoli al matrimonio tra cattolici. Ci pare un errore e un’ingiustizia cercare di impedirlo. Il cattolicesimo non è una malattia. I cattolici, nonostante a molti non piacciano o possano sembrare strani, sono persone normali e devono godere degli stessi diritti della maggioranza, come se fossero, ad esempio, informatici od omosessuali.
Siamo coscienti che molti comportamenti e aspetti del carattere delle persone cattoliche, come la loro abitudine a demonizzare il sesso, possono sembrarci strani. Sappiamo che a volte potrebbero emergere questioni di sanità pubblica, a causa del loro pericoloso e deliberato rifiuto all’uso dei profilattici. Sappiamo anche che molti dei loro costumi, come l’esibizione pubblica di immagini di torturati, possono dare fastidio a tanti. Però tutto ciò risponde più a un’immagine mediatica che alla realtà e non è un buon motivo per impedire loro il diritto al matrimonio.
Alcuni potrebbero argomentare che un matrimonio tra cattolici non è un vero matrimonio, perché per loro si tratta di un rito e di un precetto religioso assunto davanti al loro dio, anziché di un contratto tra due persone. Inoltre, dato che i figli nati fuori dal matrimonio sono pesantemente condannati dalla Chiesa cattolica, qualcuno potrebbe ritenere che - permettendo ai cattolici di sposarsi - si incrementerà il numero dei matrimoni “riparatori” o volti alla semplice ricerca del sesso (proibito dalla loro religione fuori dal matrimonio), andando così ad aumentare i casi di violenza familiare e le famiglie problematiche. Bisogna però ricordare che questo non riguarda solo le famiglie cattoliche e che, siccome non possiamo metterci nella testa degli altri, non possiamo giudicare le loro motivazioni.
Inoltre, dire che non si dovrebbe chiamarlo matrimonio, ma in un’altra maniera, non è che la forma, invero un po’ meschina, di sviare il problema su questioni lessicali del tutto fuori luogo. Anche se cattolici, un matrimonio è un matrimonio e una famiglia è una famiglia!
E con questa allusione alla famiglia, passiamo all’altro tema incandescente, che speriamo non sia troppo radicale: siamo anche favorevoli a che i cattolici adottino bambini. Qualcuno si potrà scandalizzare. È probabile che si risponda con un’affermazione del tipo: “Cattolici che adottano bambini?!? I bambini potrebbero diventare a loro volta cattolici!”. A fronte di queste critiche, possiamo rispondere che è ben vero che i bambini figli di cattolici hanno molte probabilità di diventare a loro volta cattolici (a differenza dei figli degli omosessuali o degli informatici), ma abbiamo già detto che i cattolici sono gente come tutti gli altri. Nonostante le opinioni di qualcuno e alcuni indizi, non ci sono tuttavia prove che dimostrino che i genitori cattolici siano meno preparati di altri a educare figli, né che l’ambiente religiosamente orientato di una casa cattolica abbia un’influenza negativa sul bambino.
Infine i tribunali per i minori esprimono pareri sulle singole situazioni, ed è precisamente loro compito determinare l’idoneità dei possibili genitori adottivi.
In definitiva, nonostante l’opinione contraria di alcuni, crediamo che bisognerebbe permettere ai cattolici di sposarsi e di adottare dei bambini. Esattamente come agli informatici e agli omosessuali.

da Franco Buffoni, Laico alfabeto in salsa gay piccante. L'ordine del creato e le creature disordinate, Transeuropa, 2010.

venerdì 20 maggio 2011

Aria Nuova



 Si respira un'aria nuova sui social network in questi giorni, la globalizzazione non ha portato solo Mc Donalds e H&M ma ha aperto gli occhi dei giovani sul mondo. E proprio in questi giorni i giovani spagnoli si sono dati appuntamento nelle piazze per dire basta. Basta ad una classe di politici spagnoli che si sono candidati alle elezioni nonostante siano imputati in processi per corruzione, che guadagna 4 volte di piu' di un normale cittadino, che non paga la benzina, l'affitto, i viaggi e chi piu' ne ha piu' ne metta. E non si parla di "quelli di sinistra e quelli di destra" ma si protesta contro TUTTI i politici. TUTTI. Contro il cosidetto magna magna che ci suona tanto familiare parlando della nostra bella Italia...



E allora c'e' il tam tam mediatico, dalla #spanishrevolution si sogna un' #italianrevolution. A mio parere rivoluzione e' una parola forte per definire il fenomeno europeo poco paragonabile a quello dei paesi arabi. Ma anche io voglio il CAMBIAMENTO, voglio una riforma che tagli gli stipendi ed i privilegi ai politici, voglio una minimum wage (paga minima all'ora) uguale in TUTTI i paesi europei. Vorrei vorrei vorrei.

Vorrei un'Europa migliore per la mia bimba.